In occasione del workshop dal titolo “Acqua in bocca”, organizzato dalla branca R/S di AGESCI Campania, domenica 12 maggio, una rappresentanza dei clan degli scout è stato accolta all’Oasi WWF del Lago di Campolattaro.
I giovani, provenienti da diverse zone della regione (Salerno, Angri, Cava dei Tirreni, Varcaturo, Acerra, Capua, Caserta, Nola e Vicenza), hanno visitato l’Oasi del WWF, dove ad attenderli c’erano i soci del WWF Sannio e tre rappresentanti del territorio che, a titolo diverso, hanno testimoniato il potenziale della zona, in particolare rispetto alla presenza del lago.
Sono intervenuti: il sindaco, Simone Paglia; Daniele De Angelis, imprenditore, titolare de “La Cartolina del Sannio”; Sabatino Mobilia, referente per l’Oasi del WWF del Lago di Campolattaro.
Un’idea di business in prospettiva socio-ambientale
Il sindaco ha spiegato ai presenti come evolverà la situazione, dal punto di vista dei lavori pubblici, nei prossimi anni. La diga, infatti, è oggetto di due finanziamenti importanti.
Il primo riguarda un cantiere che aprirà a settembre, del costo di più di 700milioni di euro, inserito tra le dieci opere di interesse nazionale. Il progetto prevede una galleria che attraverserà la collina, raggiungendo il Comune di Ponte e, da lì, l’acqua sarà indirizzata verso il casertano. L’obiettivo è quello di portare acqua potabile nel Sannio, far giungere acqua irriga nel casertano, produrre energia elettrica.
Il sindaco spera che con questa operazione si possa risolvere il problema dell’acqua, poiché, il soggetto responsabile (ossia l’Alto Calore) non sempre riesce a rispondere al fabbisogno.
Il secondo progetto, ha spiegato il Sindaco Paglia, riprende una vecchia proposta del 2011, ormai andata in porto, realizzata con finanziamenti privati, per opera della Repower. Il lavoro è finalizzato alla costruzione di una centrale idroelettrica che preleva le acque per portarle presso il lago Spino, situato sulle colline di Morcone e poi, da lì, attraverso il processo inverso, ossia tramite riversamento nel lago, produrre energia.
“I progetti – spiega Paglia – dal punto di vista ingegneristico sono perfetti. Sul piano dell’impatto ambientale, ci stiamo confrontando”. La situazione è complessa e richiede competenze specifiche. Bisogna recepire l’idea di business in prospettiva socio-ambientale e chiedersi: serve a Campolattaro? Come comunità possiamo trarne un valore? Bisogna vigilare affinché questi progetti non contrastino con l’ambiente e, quindi, auspicare modelli di business compatibili con un territorio che ha voglia di energia, la vostra, dell’associazionismo”.
Il sindaco Paglia conclude con un inciso sulla questione dello spopolamento delle aree interne, parlando ai giovani del modello di vita che ingabbia nelle città, rese caotiche dalle grandi dimensioni, non compatibile con la qualità della vita.
Se non sei ‘instagrammabile’ non funzioni
Dopo il sindaco ha preso la parola Daniele, imprenditore, titolare de La Cartolina del Sannio. Nel 2006 ha investito perché crede nel territorio. Ha iniziato con un B&B da cinque camere, con vista sul lago, per poi affiancare la piscina e, solo dall’anno scorso, altre 5 camere. È importante – per Daniele – che le persone riscoprano la bellezza di questi posti. Ci sono delle problematiche: “abbiamo una piscina, siamo sul lago, ma non abbiamo acqua e siamo costretti a farla arrivare con delle cisterne dal Molise”.
Una prima soluzione per lo sviluppo del territorio – spiega Daniele – è nella possibilità di attivare sinergie. Inoltre, la difficoltà a reperire manodopera specializzata. Ancora, la comunicazione, poiché oggi “funziona quello che è instagrammabile”.
La difesa della biodiversità per lo sviluppo
Chiude il confronto Sabatino, referente per l’Oasi del WWF e, in questa sede, rappresentante di fatto dell’associazionismo locale. La difficoltà, in questo caso, è nel reperire fondi, poiché tutto è basato sul volontariato e su qualche offerta dei visitatori. Secondo il punto di vista di Sabatino, l’avvento della diga ha favorito lo spopolamento, per colpa degli espropri. Le famiglie sono state pagate per lasciare le case lungo la riva del fiume e, con gli incentivi economici, hanno preferito andare altrove.
L’idea di fondare un’oasi naturalistica nasce a seguito dell’avvento della diga. L’opera ha fortemente modificato il territorio. Nel frattempo, però, il bacino d’acqua raccolto iniziava ad attirare degli uccelli “strani”, perché mai visti. Si pensò, così, di iniziare un percorso orientato alla difesa della biodiversità come possibile motivo di sviluppo. Si scelse il WWF perché marchio conosciuto nel mondo.
Oggi, all’Oasi WWF del lago di Campolattaro arrivano turisti, anche stranieri, accolti dai volontari, tra tante difficoltà dovute al numero esiguo di persone che si vogliono impegnare su questo fronte.
La sinergia torna ad essere importante, soprattutto con l’amministrazione comunale e gli enti locali, per poter risolvere alcune problematiche.
Ad ogni modo, conclude Sabatino, “qui si può vivere bene”.