Siamo al V incontro della serie “Spiritualità e politica”, iniziativa maturata nell’ambito del “Laboratorio per la felicità pubblica”. Sempre a Pietrelcina, questa volta nella sede storica di palazzo De Tommasi – Bozzi.
Tra le persone invitate a condividere le loro idee, in vista di un manifesto per la felicità pubblica, c’è Simone Paglia, sindaco di Campolattaro, centro dell’Alto Tammaro, sempre presente ai tavoli di confronto sullo sviluppo dei paesi delle aree interne.
Paglia apre il suo discorso riconoscendo che è desiderio di un sindaco e della sua amministrazione comunale rendere felici i cittadini, anche se non è sempre cosa semplice, poiché bisogna razionalizzare le risorse e ascoltare chi gestisce le finanze di un Comune e cerca di far quadrare i conti. Fondamentali, in questo processo di ricerca della felicità pubblica, sono le infrastrutture immateriali: le strutture sociali, la Chiesa, la cultura, l’associazionismo, l’attività sportiva, tutto ciò che crea relazione.
A proposito di sport, tra le buone pratiche messe in essere, il sindaco di Campolattaro ricorda l’attività del canottaggio, in particolare della scuola di canoa che, negli ultimi tempi, sta crescendo sul lago, imponendosi come attività sportiva unica nel Sannio ed eccellenza sportiva nella valle del Tammaro. “Dobbiamo essere ambiziosi – incalza Simone – ed utilizzare braccia e testa per ricercare la felicità”.
Come avvicinare i giovani? Una prima risposta concreta: aprendo le porte della casa comunale a tutti, poiché quegli ambienti sono della collettività e lì le persone possono venire a cercare risposte concrete per la loro felicità.
Con il sindaco Paglia c’erano anche i rappresentanti dei Comuni di Pietrelcina, Apice, Apollosa, San Nazzaro, Castelpoto, Montesarchio, che hanno apportato un contributo di idee, presentando le buone pratiche presenti sui loro territori e ricordando, contestualmente, che un’amministrazione locale deve anche sensibilizzare alle questioni di interesse più universale, come il conflitto israeliano-palestinese, la crisi del Mediterraneo, i diritti dei più piccoli.
L’incontro è stato coordinato da Ettore Rossi, coordinatore del “Laboratorio per la felicità pubblica”, che ha ricordato, in fase introduttiva, come “la politica deve dire al cittadino che non è solo” e, quindi, dando una risposta alla solitudine, agire per la felicità.
A concludere il confronto don Matteo Prodi che, nell’entrare nel merito della felicità pubblica o privata, ha citato papa Francesco legando il suo pensiero al concetto che viene prima il popolo e poi l’individuo, poiché è la comunità che genera il singolo. In altre parole, dice don Matteo, siamo tutti sulla stessa barca, o ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno.
L’invito, rivolto ai sindaci, ma che estendiamo a tutte le persone impegnate per il bene comune, è di allargare gli orizzonti anche con cose un po’ “strane”.